In passato, l’infertilità di coppia era sempre e solo roba da donne. L’agognato bebè non arrivava? La responsabilità era automaticamente dell’aspirante mamma, con tutti i fardelli e le ripercussioni psicologiche del caso.

Grazie al cielo la mentalità è cambiata, anche perché le evidenze scientifiche ci ricordano che l’infertilità di coppia può dipendere da entrambi, con la stessa percentuale di probabilità. Nonostante questa nuova consapevolezza, sono ancora pochi i maschietti che decidono di fare prevenzione ed arrivare “preparati “ al grande passo…mentre noi donne già dall’adolescenza ci sottoponiamo alle visite di controllo dal ginecologo, lo stesso non avviene per i ragazzi, a meno che non si manifestino problemi evidenti.

Mentre una visita dall’andrologo a fine pubertà potrebbe rivelarsi determinante per una buona salute riproduttiva futura.
Già i fattori ambientali non aiutano: inquinamento e pesticidi avrebbero un influsso negativo sulla qualità degli spermatozoi. Ci sono poi i fattori legati alle abitudini di vita: fumo, sedentarietà, obesità sono solo alcuni dei fattori sfavorevoli al concepimento. Dobbiamo poi tenere in considerazione anche i fattori genetici, le anomalie o malformazioni dell’apparato riproduttivo e le infezioni, spesso asintomatiche: e proprio su quest’ultimo punto la visita preventiva da un andrologo potrebbe essere risolutiva.
Un’anomalia come il varicocele, ovvero la dilatazione varicosa delle vene testicolari, può essere corretta chirurgicamente. Un’infezione silente dello sperma può essere evidenziata da un semplice esame come la spermocoltura, rivelando magari altri problemi a monte, come una prostatite cronicizzata. Che potrà essere curata con terapie farmacologiche mirate. Un’anomalia di forma o quantità degli spermatozoi potrà essere diagnosticata da uno spermiogramma, ed anche qui esistono rimedi, tra cui la fecondazione assistita.
Insomma…l’importante è davvero la prevenzione ed il controllo, anche per lui, senza ridursi proprio all’ultimo minuto. Le terapie farmacologiche spesso implicano dei tempi tecnici, quindi…meglio porsi la domanda un po’ prima della ricerca del bebè!